Padre Benanti, il nuovo presidente della Commissione AI per l’informazione

“Padre Benanti è il nuovo Presidente della Commissione AI per l’informazione. Professore della Pontificia Università Gregoriana, è l’unico italiano membro del Comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite. In questi mesi di lavoro ho potuto conoscere la sua competenza e il suo equilibrio. Per questo sono onorato che abbia accettato l’incarico. Torniamo a lavoro dopo le feste natalizie con fiducia e con il desiderio di giungere presto ad una prima relazione da presentare al Premier Meloni e al collega Butti”.

Lo rende noto il sottosegretario all’Editoria, Alberto Barachini, dopo le dimissioni di Giuliano Amato.

Padre Benanti è un teologo e filosofo francescano, nonchè membro del Comitato Onu di esperti sull’Artificial Intelligence sui possibili sviluppi delle “macchine intelligenti” e insegna Etica alla Pontificia Università Gregoriana.

In una recente intervista ai media vaticani, ricorda Adnokronos, Benanti, raccontando del suo incarico all’Onu, spiegava che tra i compiti c’è quello di “valutare i rischi, non solo per le ineguaglianze che possono aumentare, ma perché specialmente nelle ultime forme di Intelligenza Artificiale, come con la ChatGpt – abbiamo una macchina che è capace di “narrare”, capace di raccontare storie e le storie possono contribuire a formare l’opinione pubblica. Questa macchina può dunque essere utilizzata per scopi che non sono esattamente positivi, come quelli di aumentare l’odio sociale o creare nemici laddove non esistono. Una macchina che può influenzare così tanto l’opinione pubblica è chiaramente una macchina da guardare con molta attenzione, soprattutto da quegli organismi che hanno una volontà di collaborare a quella che è la pace globale o a un equo sviluppo”.

Benanti sottolineava poi il ruolo della Chiesa nel dibattito sull’Intelligenza Artificiale: “La Chiesa si capisce come “esperta in umanità”. È un’istituzione che in quanto tale è presente ovunque. Raccogliere e offrire quella che è la vita dell’uomo oggi in tutte le sue grandi aspirazioni, i suoi sogni, ma anche in quelle che sono le sue fragilità e paure, è il primo terreno fertile sul quale la Chiesa offre una riflessione al mondo intero. Ormai dal 2020 il tema abita e tocca in più maniere le riflessioni anche nella Santa Sede. È chiaro che, come tutti i grandi temi, ha bisogno di maturare anche in questo incontro di questa ricchezza di umanità che viene dal basso, dalla presenza pastorale e da questa capacità di riflessione legata anche al Vangelo e alla riflessione teologica. Questa grande attenzione avviene in un momento in cui il Santo Padre ha voluto dare grande rilevanza ad alcuni temi globali, come la cura della Casa comune e la fraternità. Cura della Casa comune e fraternità potrebbero essere due delle grandi prospettive dove la Chiesa porta il suo contributo unico, originale e positivo a questo dibattito”.

“Non serve solo il contributo politico, non serve solo quello industriale. Questo contributo di umanità, di un’umanità che si trova a vivere in un ambiente, in una casa che è il nostro pianeta, e che si trova a vivere da fratelli è un contributo di “umanizzazione” dell’Intelligenza Artificiale, cioè di trasformazione del progresso in autentico sviluppo umano, di cui c’è tanto bisogno oggi”.

Google e i posti di lavoro sostituiti dall’IA

L’intensificazione delle attività di ricerca e sviluppo sulle tecnologie di Intelligenza Artificiale che Google ha messo in campo per competere con OpenAI potrebbe presto essere messa a frutto anche all’interno dello stesso colosso di Mountain View, nel tentativo di ottimizzare e rendere più efficienti alcuni processi e attività.

Anzi, l’adozione di tecnologie IA a scapito di posti di lavoro potrebbe già essere in corso all’interno di Google e in particolare nella divisione delle vendite pubblicitarie. Secondo quanto indica The Information, infatti, negli uffici di Mountain View sarebbe in corso una strategia per “consolidare il personale, anche attraverso possibili licenziamenti, riassegnando i dipendenti della sua grande unità commerciale che supervisiona le relazioni con i principali inserzionisti”.

Questo accadrebbe perché alcune posizioni lavorative sono diventate di fatto inutili dopo essere state sostituite da strumenti IA. Anzi, una ristrutturazione profonda sarebbe stata già annunciata la scorsa settimana quando la dirigenza ha incontrato l’intero dipartimento Google Ads.

Del resto Google aveva già annunciato a maggio una “nuova era di annunci alimentati dall’AI” con “un’esperienza conversazionale in linguaggio naturale all’interno di Google Ads, progettata per avviare velocemente la creazione di campagne e semplificare gli annunci di ricerca”. Google allora aveva spiegato che questo strumento AI si occuperebbe di passare al setaccio un sito web e sulla base dei contenuti incontrati generare parole chiave, titoli, descrizioni, immagini e altri elementi rilevanti ed efficaci, trasformando di fatto la chat di Google Ads in una sorta di ibrido tra progettista ed esperto di vendite.

Uno degli strumenti pubblicitari che dopo l’annuncio di maggio è stato aggiornato con tecnologie IA è Google Performance Max che può creare “asset personalizzati e scalarli in pochi clic”. In termini più comprensibili, lo strumento aiuta gli inserzionisti a decidere dove far comparire un annuncio (YouTube, pagina di ricerca, Discover, Gmail, Maps o banner su siti terzi) e di conseguenza crea in maniera automatica il contenuto dell’inserzione grazie alle capacità dell’IA generativa.

Allo stato attuale delle cose è ancora richiesto comunque l’intervento dell’essere umano per l’approvazione dei contenuti, ma le possibili variazioni dell’annuncio durante il suo periodo di pubblicazione sono lasciate completamente alle macchine. Si tratta nel concreto di un meccanismo che adegua le inserzioni, ottimizzandone le prestazioni, ai risultati di test A/B, effettuando modifiche in maniera tempestiva: un’attività che sarebbe decisamente ad alto consumo di tempo se dovesse essere condotta dall’essere umano, e che comunque non potrebbe avere la medesima reattività delle macchine. Chiaramente il vantaggio non è solo quello di un meccanismo di inserzioni pubblicitarie più efficiente, ma anche di un maggior margine di profitto per il fatturato pubblicitario: gli strumenti hanno un costo d’esercizio basso poichè richiedono poca supervisione da parte dei dipendenti.

Secondo The Information, Google Performance Max è stato adottato da un numero via via crescente di inserzionisti da quando è stato lanciato, facendo venir meno la necessità di disporre di figure specializzate nella vendita di annunci pubblicitari su particolari proprietà di Google, come ad esempio la pagina di ricerca, che lavorino a stretto contatto con i clienti di grandi dimensioni.

Le indagini di The Information indicano che lo scorso anno la forza lavoro di Google impegnata in questo tipo di attività era di circa 13500 persone, quasi la metà dell’intera divisione pubblicitaria di Google che ne conta circa 30 mila. Non saranno necessariamente tutte coinvolte dalla riorganizzazione, e quelle coinvolte non per forza di cose saranno licenziate ma potrebbero essere riassegnate ad altri incarichi. Google dovrebbe comunicare l’estensione delle misure di riorganizzazione nel mese di gennaio.

Fonte: hwupgrade.it

ICE supporta lo sviluppo del settore audiovisivo italiano

ICE supporta il crescente successo del settore audiovisivo italiano a molteplici livelli.
Da un lato, intercettando le migliori opportunità di esportazione delle produzioni di film, serie e documentari nei mercati più interessanti. Dall’altro, cogliendo opportunità di sviluppo innovative, utilizzando l’audiovisivo per promuovere le eccellenze italiane nel mondo, sia attraverso il product placement che il racconto dei nostri meravigliosi territori.

Gli eccellenti risultati ottenuti si devono a un gioco di squadra virtuoso e molto efficace tra tutti gli attori pubblici e privati coinvolti. L’obiettivo, ora, è far sí che gli investimenti internazionali nelle produzioni italiane aumentino ancora.
Lo ha sottolineato il Presidente Matteo Zoppas intervenuto insieme al Direttore Generale Lorenzo Galanti alla presentazione dei risultati della ricerca “Le serie e i film italiani sui mercati esteri: circolazione e valore economico” realizzata da ANICA – ASSOCIAZIONE NAZIONALE INDUSTRIE CINEMATOGRAFICHE AUDIOVISIVE E DIGITALI e APA Associazione Produttori Audiovisivi, in collaborazione con l’istituto di ricerca eMedia nell’ambito del MIA | Mercato Internazionale Audiovisivo 2023.

Fonte: ICE – Italian Trade Agency; LinkedIn

Osservatorio del terziario ManagerItalia: i servizi tra le due crisi

Osservatorio del mercato Manager Italia: La fotografia che scatta l’ultimo report non è di certo rosea, ma dimostra, ancora una volta, che il Terziario ha un ruolo da protagonista nell’economia italiana.
Il report “i servizi tra le due crisi” è particolarmente interessante. Vi invitiamo a consultarlo per capire dove stiamo andando, cogliendo nuove opportunità.
Sono tre le sezioni da esplorare di questo documento, uno strumento agile per capire il presente – “Covid, guerra e policy”; “Terziario di mercato: locomotiva dell’economia italiana con debolezze strutturali”; “Produttività e investimenti” :

Il terziario di mercato, dopo il crollo dei primi due trimestri del 2020, ha progressivamente ripreso il suo ruolo tradizionale di traino del paese già dalla metà del 2021, con una performance complessiva nel periodo del 4,3%, superiore a quella del resto dell’economia.

Il VA dei servizi di mercato nel 2° trimestre 2023 è risultato più alto del 2,1% rispetto a quello teorico, con un ampio recupero della crescita “mancata”.

La scarsa attenzione dei policy maker nei confronti del Terziario ha trovato conferma anche durante le due recenti crisi. I quattro governi che si sono succeduti sono intervenuti con misure indirizzate maggiormente a settori come l’energia e le costruzioni, dei cui impatti indiretti ha beneficiato in primis la manifattura e solo in misura ridotta il Terziario.

L’Italia ha una spesa per investimenti sostanzialmente in linea con i peers europei, anche se con ampi margini di miglioramento in vari comparti. Tuttavia, presenta una produttività del lavoro marcatamente più bassa di Germania e Francia nei servizi. Inoltre, la crescita della produttività sia nella manifattura che nel Terziario nel periodo 1995-2019 è stata la più bassa tra i partner europei, 1,2% per la manifattura contro lo 0,2% dei servizi di mercato.

L’unico comparto in cui la produttività di finanza e assicurazioni nel 2019 in Italia è stata molto simile a quella di Germania e Francia è Finanza e Assicurazioni, con un tasso di crescita medio nel periodo 1995-2019 maggiore in Italia che in Germania.

La produttività dell’ICT in Italia è inferiore a quella di Germania e Francia, nonostante una crescita media relativamente elevata nel nostro paese (+2%). La produttività delle attività professionali, che in Germania e Francia è un importante traino della produttività dei servizi, risulta inferiore in Italia.

Fonte: LinkedIn – ManagerItalia

Nel nuovo mondo globale la bussola è un algoritmo

Arriva sul mercato WAAM, un algoritmo che aiuta le imprese ad affrontare i processi di internazionalizzazione con il massimo contenimento dei rischi

 

WIP Audit Assessment Model, è un software con copyright di proprietà intellettuale di WIP Consulting, una delle nove società di Sinergia Network. è uno strumento di rilevazione finalizzato a migliorare le performance dell’azienda e a supportare i vertici ad intraprendere un percorso di crescita continuo e costante ed è tagliato su misura per le Pmi.

Il sistema imprenditoriale italiano è caratterizzato da micro, piccole e medie imprese. Tutte, in misura diversa, sono eccellenze nel proprio settore. E tutte, in misura diversa, hanno bisogno si supporto per poter valorizzare il proprio prodotto e affermarsi con la propria identità in mercati sempre più competitivi ed affollati, dove le dinamiche prezzo-prodotto-qualità non sono più sufficienti per aumentare il fatturato.

Il metodo di esplorazione di WAAM, effettuato con le tecniche dell’audit, consente agli imprenditori di ottenere dati utili per elaborare piani di sviluppo con il massimo contenimento del rischio di impresa sia in Italia che all’estero. L’algoritmo consente infatti di analizzare, in modo specifico, la capacità delle aziende di affrontare i mercati internazionali, di esaminare le caratteristiche del prodotto e gli elementi di competitività, di verificare le competenze in materia di strategie e tecniche del processo di internazionalizzazione. E, quindi, di disegnare le migliori strategie di business e di indicare dove e come esportare.

Leggi l’articolo completo di Economy Magazine qui.

Il salto dei comunicatori

La nuova comunicazione riscrive il proprio perimetro, diventando ancora più strategica per il business e sedendo da protagonista nelle stanze dei bottoni, fianco a fianco con i top manager.

Una comunicazione non più tattica, ma strategica. I temi corporate tornano al centro della scena insieme agli ESG e a quelli legati alle persone, che superano quelli legati all’offerta commerciale. Per rafforzare il capitale reputazione oggi il capitale umano batte il capitale tecnologico. Così nell’anno segnato dell’intelligenza artificiale, tornano ad essere centrali le persone.

Infatti la narrazione è pervasiva, ma senza implementazione strutturale: solo 1 comunicatore su 10 adotta l’AI. Così il fiuto dei professionisti per ora non va oltre una semplicistica forma di entusiasmo.

“Siamo passati da una logica di comunicazione al mercato a una di racconto alla società, da una visione del dipendente da informare a una persona da coinvolgere. Tutto ciò ha scardinato ogni silos e ha trasformato il modo di comunicare, inserendoci in una logica di flusso totalmente diversa”, afferma Alessandro Vanoni.

Fonte: LinkedIn

Il mercato della comunicazione vale 22 miliardi

Le imprese della comunicazione censite dall’Osservatorio targato UNA e Università di Pavia passano da 10.538 a 9.749. Ma il peso del comparto cresce: nel 2022 si è registrato un volume d’affari complessivo di circa 22 miliardi di euro, con un aumento significativo rispetto al 2020. Le aziende con più di 50 dipendenti rappresentano poco meno dell’1% del totale, ma producono quasi il 60% del fatturato complessivo.

E’ arrivata la nuova fotografia del settore della comunicazione in Italia. A scattarla è stato uno studio realizzato da UNA, Aziende della Comunicazione Unite. La nuova edizione dell’Osservatorio Aziende della Comunicazione, sviluppato in collaborazione con l’Università di Pavia, prova a definire i nuovi perimetri, le tendenze e le prospettive di un mercato di nuovo in contradditoria espansione.

Come per la precedente, anche per questa seconda edizione della ricerca sono stati stimati i pesi e gli andamenti del comparto della Comunicazione e di tutte le sue sotto articolazioni, attraverso la costruzione di un dataware house con una struttura di scraping, poi combinata con le informazioni provenienti dal database di Bureau Van Dyck.

Le imprese censite passano da 10.538 a 9.749, 789 in meno rispetto a quelle della passata rilevazione, con una diminuzione concentrata nelle microimprese e uno spostamento dei volumi a favore delle imprese di media dimensione. Non diminuiscono gli addetti totali e si conferma la concentrazione delle grandi imprese attorno al polo milanese, mentre quello romano vede concentrata la maggior parte delle imprese di media dimensione. Il peso dell’intero comparto ha prodotto nel 2022 un volume d’affari complessivo di circa 22 miliardi di euro, con un aumento significativo rispetto al 2020.

 

 

Le aziende con più di 50 dipendenti rappresentano poco meno dell’1% del totale ma producono quasi il 60% del fatturato complessivo del settore. Oltre il 47% del totale aziende censite è rappresentato da microimprese (da 3 a 5 collaboratori) e il 39% da imprese ancora più piccole, con meno di 3 collaboratori.

Per quanto riguarda i valori marginali di profitto si riscontra finalmente una ripresa convinta, che appare in alcuni casi quasi esplosiva. In particolare, il mondo PR e quello del Digital ADV fanno segnare risultati veramente importanti, in un quadro che delinea una generale tendenza molto positiva per tutto il comparto.

“Nonostante la vulnerabilità che ha caratterizzato il 2023 in termini macroeconomici, il PIL nel nostro settore è cresciuto notevolmente rispetto all’anno della pandemia. Questa ricerca prova la solidità di un settore spesso percepito come molto volatile, ma che invece ha saputo stabilizzarsi in un mercato tutt’altro che prevedibile”, ha commentato Davide Arduini, Presidente di UNA.

Andrea Cornelli, VicePresidente UNA e Portavoce di PR Hub ha dichiarato: “Il mercato ha ricominciato a investire identificando nella comunicazione, in tutte le sue forme, lo strumento più strategico ed efficace per sostenere e rilanciare il proprio business. Le nuove sfide che la tecnologia porta sul nostro mercato rappresentano uno stimolo in più, per le nostre imprese, per continuare ad investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove competenze”.

Fonte: primaonline.it

SACE istituisce lo Young Advisory Board

scritta sace e simbolo s che rappresenta l'azienda
Il comitato è composto da 15 giovani talenti chiamati a immaginare la SACE del prossimo decennio. L’iniziativa rientra nel percorso avviato con il piano industriale INSIEME 2025, che vede nella sostenibilità e l’inclusione il cuore della strategia aziendale e nell’innovazione tecnologica e digitale un fattore abilitante

Immaginare la SACE del prossimo decennio per accompagnare le imprese italiane nel futuro. Con questo obiettivo, il Gruppo assicurativo-finanziario direttamente controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Alessandra Ricci, ha istituito lo Young Advisory Board, il nuovo comitato composto da 15 giovani talenti che contribuiranno a disegnare le nuove direzioni di sviluppo dell’azienda.

Il mercato globale in continua evoluzione richiede alle aziende la capacità di cambiare rapidamente, un cambiamento che proprio le giovani generazioni di professionals riescono naturalmente a intercettare. Lo Young Advisory Board non avrà responsabilità di governance, ma giocherà un ruolo strategico nello stimolare prospettive innovative e non convenzionali rispetto alle opportunità aziendali, adottando soluzioni creative. Analizzare i megatrends, esplorare e raccomandare nuove opportunità di crescita e innovazione e contribuire alla trasformazione culturale, alla ricerca di nuovi modelli di business, tecnologie e processi, alla pianificazione strategica, cercando e indicando nuove direzioni e soluzioni. Queste le sfide sulle quali i partecipanti al board sono chiamati a confrontarsi.

Grazie a questa esperienza, i membri dello Young Advisory Board potranno a loro volta arricchire le proprie skills di leadership e lavoro di squadra, costruendo una rete professionale trasversale con i propri coetanei e con i colleghi senior di SACE.

Lo Young Advisory Board rientra nel percorso avviato con il piano industriale INSIEME 2025, con il quale SACE ha ridisegnato il proprio modello organizzativo intorno a gruppi di lavoro autonomi e cross funzionali, costruiti sulla contaminazione generazionale. Un modello di cui la sostenibilità e l’inclusione sono un pilastro e l’innovazione tecnologica e digitale un fattore abilitante.

Siamo entusiasti di annunciare la creazione del nostro Young Advisory Board SACE, ovvero un Leadership Team ombra costituito da un team cross-funzionale di under 30, che affiancherà il nostro Amministratore Delegato e la sua prima linea nella definizione delle linee strategiche dell’azienda nel prossimo decennio. Una decisione coraggiosa che riflette il nostro impegno senza riserve verso il progresso, l’innovazione e la diversità di prospettive e di pensiero”, sottolinea Gianfranco Chimirri Chief People Officer di SACE. “In un mondo in costante metamorfosi, crediamo che il futuro appartenga a coloro che abbracciano il cambiamento con audacia. Questo Advisory Board è il nostro veicolo per catalizzare idee rivoluzionarie, portando in azienda un ventaglio di prospettive fresche e visioni non convenzionali. Inoltre, questa iniziativa, insieme a molte altre, rappresenta la nostra dedizione a coltivare il talento, ascoltare le voci delle nostre persone per plasmare insieme il futuro della nostra azienda. Siamo pronti ad accogliere le idee audaci, le visioni innovative, ma anche le criticità che questo Team porterà alla nostra visione su come affrontare le sfide dirimenti del futuro, quali ad esempio gli ESG o l’Intelligenza Artificiale Generativa. Benvenuti a bordo, futuri leader!”.

Lo Young Advisory Board, che sarà rinnovato ogni anno, è composto dalle persone di SACE: Erika Campedelli, Claims in SACE BT, Flavio Castri Rete Internazionale, Alessio Cerini Sales PMI, Akwah Lum Chifen Internal Audit, Camilla D’Alessandro Credit & Restructuring, Maria Cristina Grechi, Legal Affairs, Cecilia Guagnini Ufficio Studi.Claudia Missaglia People Care, Giuseppe Modugno Cybersecurity, Adriano Monacelli Risk Management, Chiara Piani Business Corporate, Fabio Ponti Corporate Identity and Communication, Luca Saccani Sustainability, Matteo Viola Business Corporate e Arianna Savioli, Business inSACE FCT.

Lavoro: 430mila assunzioni previste dalle imprese a novembre

scritta unioncamere affiancata dal logo, che è composto da un insieme di c intrecciate che formano un esagono
+48mila assunzioni rispetto un anno fa (+12,6%).
Positive le previsioni soprattutto per turismo e commercio

 

Roma, 13 novembre2023 – Sono 430mila le assunzioni previste dalle imprese per il mese di novembre e 1,3 milioni quelle per il trimestre novembre-gennaio, con un incremento rispetto allo scorso anno del +12,6% (+48mila assunzioni) nel mese e del +8,4% (+101mila assunzioni) nel trimestre. Positiva soprattutto la dinamica del turismo con 66mila entrate nel mese (+14mila rispetto a 12 mesi fa; +28,3%) e del commercio, con 68mila assunzioni a novembre (+8mila;  13,2%). A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal*.

A novembre, i servizi segnalano 299mila assunzioni nel mese (+14,3% rispetto 12 mesi fa) e 900mila nel trimestre novembre-gennaio (+9,3% rispetto all’analogo trimestre 2022). A tenere alta la domanda di lavoro, oltre a turismo e commercio, si segnalano i servizi alle persone con 50mila assunzioni nel mese (+5mila; +10,4% in confronto a un anno fa). Più contenuta la dinamica dell’industria che programma nel suo complesso 131mila assunzioni nel mese e 400mila per il trimestre novembre-gennaio, in aumento tendenziale rispettivamente del +8,8% e del 6,4%, sostenuta soprattutto dalla meccatronica, con 23mila lavoratori ricercati (+3mila, +13,2%), e sistema moda, con 11mila entrate (+3mila, +28,5%). Buona tenuta anche delle costruzioni che programmano 45mila entrate nel mese (+4mila; +10,7% rispetto a novembre 2022).

I contratti a tempo determinato sono la forma maggiormente proposta con circa 228mila unità, pari al 52,9% del totale a cui seguono i contratti a tempo indeterminato (93mila unità, 21,7%). Rispetto a novembre 2022, i dati di questo mese mostrano (in termini percentuali) un incremento dei contratti a tempo indeterminato. A novembre 2023 rappresentano il 21,7% mentre l’anno scorso erano il 20,2%. Sempre in quota percentuale, il tempo determinato aumenta lievemente, passando dal 52,6% di novembre 2022 al 52,9%. Anche rispetto ad ottobre 2023, Excelsior registra un incremento del tempo indeterminato (a ottobre scorso pari al 21% delle entrate previste) e una diminuzione del tempo determinato (il mese scorso pari al 54%).

Si conferma elevato il mismatch tra domanda e offerta di lavoro che interessa il 48,5% delle assunzioni che equivalgono a circa 209mila profili dei 430mila ricercati, soprattutto a causa della mancanza di candidati. Questo indicatore sulla difficoltà di reperimento del personale a novembre risulta leggermente inferiore rispetto al mese precedente (51,0% ad ottobre), ma comunque in crescita di 2 punti percentuali rispetto a un anno fa. Il Borsino delle professioni di Excelsior riporta tra le figure professionali pressoché introvabili gli operai specializzati del tessile e dell’abbigliamento (sono difficili da reperire l’80,8% dei profili ricercati), gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (74,5%), i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (71,9%) e i fabbri ferrai costruttori di utensili (70,8%).

Aumenta più della media (+21,1%, +15mila rispetto allo stesso periodo del 2022) la domanda di lavoratori immigrati che riguarda 88mila contratti programmati nel mese, pari al 20,5% del totale delle entrate. I settori che intendono ricorrere maggiormente alla manodopera straniera sono i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (il 33,7% degli ingressi programmati dovrebbe essere coperto da personale immigrato), i servizi operativi di supporto a imprese e persone (31,2%), i servizi di alloggio e ristorazione (23,1%), la metallurgia (22,7%) e le costruzioni (21,8%). Sono le imprese del Nord Ovest a presentare le maggiori opportunità lavorative (136mila entrate nel mese e 418mila nel trimestre), seguono Sud e Isole (rispettivamente 108mila e 315mila), Nord Est (96mila e 302mila) e Centro (89mila e 268mila). A livello regionale, le prospettive positive del turismo conducono a previsioni di assunzione in crescita per il trimestre novembre gennaio per il Lazio (+20.750 rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente), seguito da Lombardia (+19.980), Campania (15.680) e Toscana (+10.880).

 

*Le previsioni del mese di novembre si basano sulle interviste realizzate su un campione di più di 101.000 imprese. Le interviste sono state acquisite nel periodo 25 settembre 2023 – 10 ottobre 2023.

 

Fonte: Unioncamere

Oh, che bel mestiere!

Il mondo della comunicazione d’impresa si conferma sempre più variegato. E con l’indagine di Manager Italia Executive Professional s’invoca il riconoscimento del ruolo di “professionisti con specifiche competenze”.

È finito il tempo in cui a chi diceva di essere un comunicatore, si chiedeva: «E che mestiere è»? I comunicatori esistono, sono tanti – per difetto almeno 30 mila – cui ogni anno di aggiungono circa 9
mila neolaureati delle Facoltà di Scienze della Comunicazione.

Rappresentano una vera e propria categoria ed hanno precisi bisogni, anzi idee chiare: oltre l’80% di coloro che hanno partecipato alla survey “I Comunicatori in Italia”, l’indagine condotta dall’Area Comunicatori di Manageritalia Executive Professional, chiede il riconoscimento del proprio ruolo di“professionisti con specifiche competenze”. Per la stessa percentuale, ossia 4 professionisti su
5, è importante costruire un solido network di relazioni, mentre il 73% degli intervistati chiede
rappresentanza presso i decisori pubblici, le istituzioni e le business community. Sono questi
alcuni dei risultati più significativi emersi da seconda ricerca sul mercato della comunicazione
firmata da Manageritalia (la prima fu realizzata nel 2022), realizzata in collaborazione con AstraRicerche, Com&Tec e Tekon Europe.

Clicca qui per leggere l’articolo completo.

Fonte: Economy Magazine