Il mercato della comunicazione vale 22 miliardi

Le imprese della comunicazione censite dall’Osservatorio targato UNA e Università di Pavia passano da 10.538 a 9.749. Ma il peso del comparto cresce: nel 2022 si è registrato un volume d’affari complessivo di circa 22 miliardi di euro, con un aumento significativo rispetto al 2020. Le aziende con più di 50 dipendenti rappresentano poco meno dell’1% del totale, ma producono quasi il 60% del fatturato complessivo.

E’ arrivata la nuova fotografia del settore della comunicazione in Italia. A scattarla è stato uno studio realizzato da UNA, Aziende della Comunicazione Unite. La nuova edizione dell’Osservatorio Aziende della Comunicazione, sviluppato in collaborazione con l’Università di Pavia, prova a definire i nuovi perimetri, le tendenze e le prospettive di un mercato di nuovo in contradditoria espansione.

Come per la precedente, anche per questa seconda edizione della ricerca sono stati stimati i pesi e gli andamenti del comparto della Comunicazione e di tutte le sue sotto articolazioni, attraverso la costruzione di un dataware house con una struttura di scraping, poi combinata con le informazioni provenienti dal database di Bureau Van Dyck.

Le imprese censite passano da 10.538 a 9.749, 789 in meno rispetto a quelle della passata rilevazione, con una diminuzione concentrata nelle microimprese e uno spostamento dei volumi a favore delle imprese di media dimensione. Non diminuiscono gli addetti totali e si conferma la concentrazione delle grandi imprese attorno al polo milanese, mentre quello romano vede concentrata la maggior parte delle imprese di media dimensione. Il peso dell’intero comparto ha prodotto nel 2022 un volume d’affari complessivo di circa 22 miliardi di euro, con un aumento significativo rispetto al 2020.

 

 

Le aziende con più di 50 dipendenti rappresentano poco meno dell’1% del totale ma producono quasi il 60% del fatturato complessivo del settore. Oltre il 47% del totale aziende censite è rappresentato da microimprese (da 3 a 5 collaboratori) e il 39% da imprese ancora più piccole, con meno di 3 collaboratori.

Per quanto riguarda i valori marginali di profitto si riscontra finalmente una ripresa convinta, che appare in alcuni casi quasi esplosiva. In particolare, il mondo PR e quello del Digital ADV fanno segnare risultati veramente importanti, in un quadro che delinea una generale tendenza molto positiva per tutto il comparto.

“Nonostante la vulnerabilità che ha caratterizzato il 2023 in termini macroeconomici, il PIL nel nostro settore è cresciuto notevolmente rispetto all’anno della pandemia. Questa ricerca prova la solidità di un settore spesso percepito come molto volatile, ma che invece ha saputo stabilizzarsi in un mercato tutt’altro che prevedibile”, ha commentato Davide Arduini, Presidente di UNA.

Andrea Cornelli, VicePresidente UNA e Portavoce di PR Hub ha dichiarato: “Il mercato ha ricominciato a investire identificando nella comunicazione, in tutte le sue forme, lo strumento più strategico ed efficace per sostenere e rilanciare il proprio business. Le nuove sfide che la tecnologia porta sul nostro mercato rappresentano uno stimolo in più, per le nostre imprese, per continuare ad investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove competenze”.

Fonte: primaonline.it

Lavoro: 430mila assunzioni previste dalle imprese a novembre

scritta unioncamere affiancata dal logo, che è composto da un insieme di c intrecciate che formano un esagono
+48mila assunzioni rispetto un anno fa (+12,6%).
Positive le previsioni soprattutto per turismo e commercio

 

Roma, 13 novembre2023 – Sono 430mila le assunzioni previste dalle imprese per il mese di novembre e 1,3 milioni quelle per il trimestre novembre-gennaio, con un incremento rispetto allo scorso anno del +12,6% (+48mila assunzioni) nel mese e del +8,4% (+101mila assunzioni) nel trimestre. Positiva soprattutto la dinamica del turismo con 66mila entrate nel mese (+14mila rispetto a 12 mesi fa; +28,3%) e del commercio, con 68mila assunzioni a novembre (+8mila;  13,2%). A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal*.

A novembre, i servizi segnalano 299mila assunzioni nel mese (+14,3% rispetto 12 mesi fa) e 900mila nel trimestre novembre-gennaio (+9,3% rispetto all’analogo trimestre 2022). A tenere alta la domanda di lavoro, oltre a turismo e commercio, si segnalano i servizi alle persone con 50mila assunzioni nel mese (+5mila; +10,4% in confronto a un anno fa). Più contenuta la dinamica dell’industria che programma nel suo complesso 131mila assunzioni nel mese e 400mila per il trimestre novembre-gennaio, in aumento tendenziale rispettivamente del +8,8% e del 6,4%, sostenuta soprattutto dalla meccatronica, con 23mila lavoratori ricercati (+3mila, +13,2%), e sistema moda, con 11mila entrate (+3mila, +28,5%). Buona tenuta anche delle costruzioni che programmano 45mila entrate nel mese (+4mila; +10,7% rispetto a novembre 2022).

I contratti a tempo determinato sono la forma maggiormente proposta con circa 228mila unità, pari al 52,9% del totale a cui seguono i contratti a tempo indeterminato (93mila unità, 21,7%). Rispetto a novembre 2022, i dati di questo mese mostrano (in termini percentuali) un incremento dei contratti a tempo indeterminato. A novembre 2023 rappresentano il 21,7% mentre l’anno scorso erano il 20,2%. Sempre in quota percentuale, il tempo determinato aumenta lievemente, passando dal 52,6% di novembre 2022 al 52,9%. Anche rispetto ad ottobre 2023, Excelsior registra un incremento del tempo indeterminato (a ottobre scorso pari al 21% delle entrate previste) e una diminuzione del tempo determinato (il mese scorso pari al 54%).

Si conferma elevato il mismatch tra domanda e offerta di lavoro che interessa il 48,5% delle assunzioni che equivalgono a circa 209mila profili dei 430mila ricercati, soprattutto a causa della mancanza di candidati. Questo indicatore sulla difficoltà di reperimento del personale a novembre risulta leggermente inferiore rispetto al mese precedente (51,0% ad ottobre), ma comunque in crescita di 2 punti percentuali rispetto a un anno fa. Il Borsino delle professioni di Excelsior riporta tra le figure professionali pressoché introvabili gli operai specializzati del tessile e dell’abbigliamento (sono difficili da reperire l’80,8% dei profili ricercati), gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (74,5%), i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (71,9%) e i fabbri ferrai costruttori di utensili (70,8%).

Aumenta più della media (+21,1%, +15mila rispetto allo stesso periodo del 2022) la domanda di lavoratori immigrati che riguarda 88mila contratti programmati nel mese, pari al 20,5% del totale delle entrate. I settori che intendono ricorrere maggiormente alla manodopera straniera sono i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (il 33,7% degli ingressi programmati dovrebbe essere coperto da personale immigrato), i servizi operativi di supporto a imprese e persone (31,2%), i servizi di alloggio e ristorazione (23,1%), la metallurgia (22,7%) e le costruzioni (21,8%). Sono le imprese del Nord Ovest a presentare le maggiori opportunità lavorative (136mila entrate nel mese e 418mila nel trimestre), seguono Sud e Isole (rispettivamente 108mila e 315mila), Nord Est (96mila e 302mila) e Centro (89mila e 268mila). A livello regionale, le prospettive positive del turismo conducono a previsioni di assunzione in crescita per il trimestre novembre gennaio per il Lazio (+20.750 rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente), seguito da Lombardia (+19.980), Campania (15.680) e Toscana (+10.880).

 

*Le previsioni del mese di novembre si basano sulle interviste realizzate su un campione di più di 101.000 imprese. Le interviste sono state acquisite nel periodo 25 settembre 2023 – 10 ottobre 2023.

 

Fonte: Unioncamere

L’impennata di esportazioni italiane di macchinari agricoli in Cina

Le esportazioni italiane di macchinari agricoli verso la Cina nel primo semestre del 2023 segnano un +130% rispetto allo stesso periodo del 2022. Se guardiamo allo scorso anno, invece, il nostro Paese ha esportato verso il Paese del Dragone macchinari agricoli per un valore di 27 milioni di euro, mantenendo la sua posizione tra i primi quattro Paesi esportatori mondiali di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura.

L’Agenzia ICE, in collaborazione con FederUnacoma ha organizzato una collettiva di 12 aziende italiane nell’ambito di CIAME 2023, la China International Agricultural Machinery Exhibition, tenutasi a Wuhan. Una presenza che ha confermato l’Italia come uno dei Paesi europei più rappresentativi alla manifestazione. La fiera è stata l’occasione per consolidare e rilanciare l’eccezionale know-how della meccanica agricola italiana sul mercato cinese, soddisfacendo la crescente domanda di servizi e tecnologie avanzate.

Fonte: ICE – Italian Trade Agency; LinkedIn

L’eccellenza agroalimentare italiana consolida la sua posizione in Francia

Nel 2022 l’Italia ha ulteriormente consolidato la sua posizione chiave tra i principali Paesi esportatori di prodotti agroalimentari in Francia. Le esportazioni italiane hanno registrato un aumento significativo del 12,83%, per un valore di 5,7 miliardi di euro. Questo trend positivo è proseguito nel primo semestre del 2023, con un ulteriore aumento del 14,4%, per un valore complessivo di 3 miliardi di euro (elaborazione di ICE Agenzia su dati Dogane Francesi/TDM).

Quest’anno ITA – Paris Office ha sostenuto e organizzato la partecipazione italiana a due importanti eventi in Francia: Sirha Omnivore Paris, il festival della giovane cucina francese; e Gourmet Selection, un evento dedicato ai prodotti di nicchia e di alta qualità dell’épicerie fine in Francia. Le due giornate di networking hanno visto la partecipazione di circa 4.000 visitatori del settore: si è trattato quindi di una vetrina molto importante che ha valorizzato l’eccellenza agroalimentare italiana.

Fonte: ICE – Italian Trade Agency; LinkedIn

ICE e AIE portano le aziende italiane alla China Children’s Book Fair

La Cina è un mercato strategico per l’editoria italiana soprattutto per il segmento dei bambini e ragazzi. Quest’anno ICE con AIE hanno portato per la prima volta, alla China Children’s Book Fair, delle realtà italiane per agevolare l’interscambio dei diritti d’autore e delle co-edizioni.
La Shanghai Children’s Book Fair rappresenta un evento molto promettente per il mercato italiano: l’ultima edizione, nonostante la crisi dovuta all’emergenza sanitaria, ha visto la partecipazione di circa 19.000 visitatori, di cui 8.300 professionisti del settore provenienti da 17 Paesi.

 

Fonte: ICE – Italian Trade Agency; LinkedIn

IL CIBO E GLI ITALIANI: VIAGGIO TRA INFORMAZIONE, COMPORTAMENTI E PAURE

Un report de L’Eco della Stampa e un’indagine dell’Istituto Piepoli raccontano l’importanza dell’alimentazione nella cultura del nostro Paese

Torino, 31 maggio 2022 – Diete, salute, benessere, obesità, abuso di alcol, ma anche timore delle conseguenze della guerra in Ucraina sull’aumento dei prezzi di frutta e verdura, pasta, farina e zucchero. Queste tendenze saranno certificate ed analizzate a partire dai mezzi di informazione per arrivare alla reale percezione degli italiani grazie ai due report presentati da L’Eco della Stampa e Istituto Piepoli questa mattina a Torino, presso il Centro Congressi Lingotto, durante il primo panel del Festival del Giornalismo Alimentare 2022, dal titolo “Media, Food e Cittadini: l’informazione alimentare e le aspettative degli italiani”.

Media & Food 2022”, il report firmato da L’Eco della Stampa, ha messo in evidenza quanto e come stampa, web, radio e televisione parlino di cibo. In particolare, sono stati analizzati gli eventi legati alla stagionalità, le diete, la salute e il rapporto guerra e caro cibo. Grazie al monitoraggio di più di 5.000 testate nazionali, oltre 20.000 siti web in lingua italiana e oltre 150 canali ed emittenti nazionali, L’Eco della Stampa ha evidenziato come il web sia il primo canale di diffusione delle informazioni sul tema del cibo, con una media di 60.000 pubblicazioni nell’ultimo anno, al secondo posto la stampa con 30.000 uscite.
La stagionalità degli eventi legati al cibo si concentra nei mesi estivi con il maggior numero di festival e sagre, e tra questi Vinitaly, Cibus, Sigep e Macfrut sono gli eventi che riscuotono la maggiore notorietà sui media. Piemonte, Lombardia, Toscana e Sicilia sono le regioni che più spesso vengono abbinate al tema del cibo, secondo i dati raccolti dall’analisi de L’Eco della Stampa.

Nell’ambito dieta e salute, la dieta mediterranea è quella più citata rispetto alle altre, su tutti i media, sia tradizionali che digitali, mentre l’obesità e l’abuso di alcol rientrano tra le problematiche alimentari più citate.
Nel rapporto guerra e cibo gli aumenti che più spaventano gli italiani sono legati al prezzo dell’olio, a quello del latte e del pane, mentre maggior preoccupazione è legata al caro frutta e verdura, farina, e zucchero.

L’Istituto Piepoli, con l’indagine “Il cibo e l’alimentazione” ha approfondito su un campione di 500 italiani, rappresentativo dell’opinione pubblica italiana maggiorenne, qual è il rapporto degli italiani con il cibo e come viene raccontato sui media. Raffrontando i dati raccolti dall’Istituto Piepoli con quelli rilevati da L’Eco della Stampa, è stato possibile osservare le dinamiche dei trend dell’informazione sul macro tema del food e analizzarle in un contesto socio-comportamentale. Molto interessante il focus dedicato all’attualità della guerra e del caro cibo, che denuncia una profonda preoccupazione degli italiani.
La presenza del cibo sui media è considerata dal 67% dell’opinione pubblica intervistata come più che sufficiente, solo il 9% pensa che si dovrebbe parlare più di cibo e meno di sport, mentre il 20% che si dovrebbe parlare più di cibo e meno di politica.

Incrociare i dati di un’indagine qualitativa con un attento lavoro di media monitoring – afferma Pietro Biglia de L’Eco della Stampa – ha permesso di descrivere l’attuale contesto socio-economico del nostro Paese su un tema di rilevanza sociale enorme come quello dell’alimentazione. Siamo felicissimi della nostra partnership con il Festival del giornalismo alimentare. Il lavoro di società come la nostra non è solo registrare quel che viene pubblicato, ma analizzare il linguaggio e i comportamenti e interpretarne il sentiment

L’Opinione pubblica italiana ha un forte grado di consapevolezza alimentare – dichiara Livio Gigliuto, Vicepresidente di Istituto Piepoli – questo per tradizione ma anche grazie a un’informazione alimentare italiana che gli italiani promuovono a pieni voti, ritenendo che in larga maggioranza si parli a sufficienza di cibo nel nostro Paese. Molti italiani si dichiarano in questo momento preoccupati dall’aumento dei costi di alcuni specifici beni alimentari, in particolare pane e pasta.

Aziende

L’Eco della Stampa è la maggiore impresa italiana di media monitoring e tra i più importanti operatori europei del settore. Dal 1901 al servizio del settore dell’informazione, L’Eco della Stampa monitora costantemente tutti i media (stampa, web, televisione, radio e social media) per informare migliaia di società e organizzazioni sulla base di dati certi, sfruttando le tecnologie più avanzate e il personale più qualificato. Il servizio di media analysis quantitativa e qualitativa fornisce inoltre informazioni ad alto valore aggiunto in grado di potenziare i processi di decision making aziendali. La capillarità della copertura mediatica unita alla professionalità di un team di oltre 180 persone supportate da avanzati sistemi di AI e semantica, assicura un servizio di grande qualità che si adatta a realtà di qualsiasi dimensione.

Istituto Piepoli è un’azienda a capitale esclusivamente italiano, composta da un gruppo di ricercatori senior di esperienza pluriennale, provenienti da differenti culture: economisti, informatici, ingegneri, psicologi, sociologi, statistici, filosofi, che utilizzano tecniche e metodologie di ricerca che si rifanno a standard internazionali. Ha compiuto nel 2015 i primi 50 anni di attività ed è da sempre pioniere delle ricerche di marketing. Negli anni ‘90 ha importato in Italia Exit Poll e proiezioni elettorali. Inoltre ha progettato e diretto i primi monitoraggi di customer satisfaction, utilizzando device di propria creazione e contribuendo alla crescita della qualità di servizi pubblici e privati. Nel primo ventennio di questo secolo, Istituto Piepoli ha incrementato la propria attività nel campo del marketing specializzandosi in ricerche in tempo reale e in sondaggi nazionali e internazionali (grazie al network The Research Alliance) e nei sondaggi web.

In allegato il Report completo di L’Eco della Stampa e l’Indagine dell’Istituto Piepoli

Media and Food 2022_REPORT_L’ECO DELLA STAMPA_.pdf

CIBO E ALIMENTAZIONE_SONDAGGIO D’OPINIONE_ISTITUTO PIEPOLI.pdf

Per informazioni e interviste
WIP Consulting per L’Eco della Stampa
ufficiostampa@wipconsulting.it
Federica Forcella
Mob: 3491258711
Beatrice Zamboni
Mob: 3452810266

Digital media trends 2022: la ricerca di Deloitte

Ferpi – la Federazione delle Relazioni Pubbliche Italiana – riassume i trend principali che sono emersi dal sondaggio di Deloitte sulle tendenze dei media digitali. Di seguito l’articolo completo.

Il report sulle tendenze dei media digitali di Deloitte si espande oltre il mercato statunitense nel 2022, rilevando trend anche da Brasile, Germania, Giappone e Regno Unito. I risultati del sondaggio di quest’anno rivelano significativi – e spesso sorprendenti – cambiamenti nel comportamento dei consumatori in tutto il mondo. Ecco alcune delle tendenze principali.

I problemi di mantenimento dei video in streaming continuano
Guardare la TV e i film a casa è rimasta la prima scelta di intrattenimento tra gli intervistati in generale, ma molti – soprattutto le generazioni più giovani – sono frustrati con i loro servizi. La generazione Z è la più concentrata sul controllo dei costi e sono tra quelli più propensi a cambiare servizio per usufruire di contenuti a condizioni più vantaggiose.
La ricerca di contenuti attraverso molti servizi e la perdita di contenuti quando lasciano un servizio sono state le principali lamentele.

I consumatori stanno divorando i contenuti generati dagli utenti (UGC)
Circa l’80% degli utenti statunitensi dei social media sono su questi siti almeno ogni giorno.
L’UGC è diventato un riempi-tempo; molti consumatori trovano irresistibile il flusso di video personalizzati alimentati da algoritmi, video gratuiti, di dimensioni ridotte che sono disponibili sempre e ovunque. Ed è in competizione per l’attenzione con altre attività di intrattenimento: negli Stati Uniti, circa la metà dice di guardare più contenuti generati dagli utenti rispetto a sei mesi fa, e la metà passa sempre più tempo a guardare UGC di quanto aveva pianificato – mentre il 70% della Gen Z ha difficoltà a staccarsi.

Gli influencer stimolano il commercio sui social in tutto il mondo
I creatori di contenuti popolari possono diventare influencer, utenti con un grande seguito i cui stili di vita e raccomandazioni di prodotti possono diventare potenti catalizzatori di vendite. Collaborare con gli influencer giusti può aiutare i marchi a raggiungere le comunità desiderate e, sempre di più, a vendere, vendere, vendere.
Gli influencer hanno peso in tutto il mondo: l’88% degli intervistati in Brasile segue un influencer, così come il 79% degli intervistati in Giappone. Negli Stati Uniti, un terzo (e più del 50% dei Gen Z e dei Millennials) dice che influenzano le loro decisioni di acquisto.

La frenesia del gioco è globale, sociale e inarrestabile
Il gioco/video gaming online sta entrando in una nuova fase di crescita e popolarità. Circa la metà dei giocatori negli Stati Uniti afferma che il gioco ha sottratto tempo ad altre attività di intrattenimento: più dell’80% dice di giocare frequentemente o occasionalmente e la metà dei possessori di smartphone gioca quotidianamente su uno smartphone. I giocatori della generazione Z e Millennial giocano di più (in media 11 ore e 13 ore a settimana, rispettivamente), ma la generazione X è vicina, con una media di 10 ore a settimana.
I numeri sono simili tra gli altri Paesi: la maggior parte degli intervistati nel Regno Unito (75%), Germania (78%), Brasile (89%) e Giappone (63%) gioca ai videogiochi frequentemente o occasionalmente.

Le esperienze di gioco confondono il mondo virtuale con quello reale
I videogiochi stanno aprendo la strada verso un futuro digitale ancora più personale e sociale, un futuro in cui la vita digitale e quella reale convergono. Circa la metà dei giocatori statunitensi dice che giocare li ha aiutati a rimanere in contatto con altre persone, mentre quasi il 60% dice che giocare li ha aiutati a superare un momento difficile. E il 61% dice che personalizzare il proprio personaggio di gioco o avatar li aiuta a esprimere sé stessi.
Man mano che le esperienze di gioco diventano sempre più sofisticate e multistrato, stanno costantemente confondendo i confini tra mondo reale e virtuale, avvicinandoci sempre di più alla promessa del Metaverso.

Fonte: Ferpi.it – Valentina Citati

MarCom: crescono i compensi

Crescono quasi dell’1% gli stipendi degli impiegati nella funzione marketing e comunicazione mentre i Quadri registrano un trend lievemente negativo (-0,2%). Pesano esperienza e dimensione dell’azienda, ma è l’età a determinare scostamenti anche del 39%.

Sono queste le domande alle quali dà una risposta la Guida alle retribuzioni dei professionisti nell’ambito marketing e comunicazione realizzata da Spring in collaborazione con Job Pricing che analizza ben 400.000 casi in Italia.

L’andamento dell’ultimo anno premia gli Impiegati, la cui RAL è aumentata dello 0,9% (su scala nazionale si rileva un calo dello 0,1%). I Quadri hanno mediamente percepito una retribuzione fissa di 54.721 €, valore superiore alla media nazionale di circa 600 €. Si tratta della 3^ famiglia professionale più pagata fra le 9 analizzate.

Gli Impiegati della funzione Marketing & Comunicazione presentano invece nel 2018 una RAL media pari 30.236 €, inferiore di circa 540 euro rispetto alla RAL media nazionale. Nella graduatoria tra famiglie professionali, gli Impiegati si posizionano al 5° posto.

Dall’analisi emerge che l’esperienza e l’età pesano maggiormente sugli stipendi degli impiegati. Un impiegato con più di 5 anni di esperienza arriva a percepire il 16,9 in più rispetto a un collega con meno di 2 anni (3.8% se si tratta di quadri), mentre un ultracinquantacinquenne arriva a percepire il 39% in più in busta paga rispetto a un collega tra i 25 e i 34 anni (16,6% se si tratta di quadri). Anche se si analizza la dimensione delle aziende lo stipendio degli impiegati è quello che varia più significativamente (+29,4% rispetto al +11,5% se si tratta di quadri: un impiegato in una microimpresa guadagna meno di 27 mila euro, oltre 34 se lavora in una grande azienda).

Le industry e i ruoli

Per i quadri del marketing e della comunicazione è il settore alimentari e bevande ad offrire i compensi più alti (58.971 euro lordi annui (con una parte variabile pari al 10,8%). Fra gli impiegati è il  settore oil &gas che  presenta la retribuzione media più elevata (34.631 euro l’anno con una parte variabile pari al 9,6%).

Le differenze regionali

A livello regionale, i quadri che operano in Friuli scalzano i colleghi Liguri al primo posto l’anno scorso e percepiscono la RAL più alta (56.934 euro l’anno) mentre in Valle D’Aosta la più bassa (48.302 euro l’anno), con una differenza di quasi 9.000 euro l’anno. Tra gli impiegati invece sono i Lombardi a ricevere lo stipendio più alto, gli unici sopra i 31 mila euro l’anno e gli Abruzzesi quello più basso (25.517 euro l’anno, 6.000 euro in meno dei colleghi del nord).

 

ABIO compie 40 anni

A Milano il 17 novembre, ore 11,  Corso Venezia 

“L’ACCOGLIENZA SI FA FESTA”

Il sorriso dell’accoglienza che 40 anni dopo diventa una storia da raccontare, quattro decenni di volontariato e di servizio ai bambini in ospedale e alle loro famiglie, che costituiscono la testimonianza riuscita di un’idea nata nel 1978, che oggi porta quotidianamente 5.000 volontari, qualificati e preparati, in oltre 200 pediatrie di tutta Italia: questa è ABIO, Associazione per il Bambino in Ospedale.

L’associazione è nata dall’intuizione che la degenza di un bambino avrebbe potuto essere meno traumatica se genitori, familiari, amici e volontari fossero stati loro vicini e che questo supporto avrebbe favorito la ripresa del piccolo degente. Negli anni questa intuizione ha trovato i suoi fondamenti scientifici ed è diventata la quotidianità per migliaia di bambini e di famiglie accolti ed accompagnati nel percorso ospedaliero dai volontari ABIO.

40 anni di servizio, quindi, ma non solo: 67 sedi ABIO locali, circa 700.000 ore di formazione annua per chi vuole diventare volontario ABIO e per quelli già attivi, più di 100 sale gioco realizzate, interi reparti ospedalieri colorati e arredati, la redazione – insieme alla Società Italiana di Pediatria – della Carta dei Diritti dei Bambini  dei Bambini e degli Adolescenti In Ospedale alla base del Percorso di Certificazione “All’altezza dei bambini”, la collaborazione con le massime istituzioni centrali e locali, la partnership con molte delle più importanti aziende italiane per lo sviluppo di progetti speciali tra i quali l’iniziativa “Dottori a colori” o  il volume “L’Isola”. Questo e molto altro ancora è ABIO.

Tutto questo sarà testimoniato in occasione di una festa speciale ricca dei racconti di chi questi 40 anni li ha vissuti e percorsi insieme, con interviste ai protagonisti e  con tanti amici, momenti musicali, video, risate e divertimento. Un incontro speciale che avrà uno spazio dedicato alla condivisione dei prossimi obiettivi, accompagnati da Beppe Severgnini e dalla redazione di 7 Corriere della Sera. E, come in tutte le feste, spegnimento finale delle candeline sulla torta.

www.abio.org  

Per maggiori info: Fondazione ABIO Italia onlus per il bambino in ospedale

·      Maria Ciaglia, responsabile Area comunicazione, comunicazione@abio.org, cell. 334.8408838.

·      Eugenio Bernardi, vicepresidente, vicepresidente@abio.org, cell. 335.6276540.

Il lavoro c’è? Sì, ma, però…

Il 15 marzo a Milano si è tenuta la seconda edizione de Le Professioni del Futuro, il convegno nazionale firmato da InTribe, con il patrocinio di Ferpi. Il focus di quest’anno è stato il Digital Mismatch, ovvero il divario tra competenze esistenti e le esigenze del mercato. Sulla scia dei risultati dello scorso anno, il dibattito ha confermato che il lavoro c’è ma che riguarda nuovi profili ed impone un nuovo approccio che travolge/stravolge le professioni tradizionali.

Si tratta di uno scenario che suggerisce non pochi quesiti, come per esempio: con quali regole verranno gestite le professioni del futuro? Qual è il gap tra esperienza quotidiana e tendenze degli analisti? Quali sono le proposte istituzionali? Come tutto ciò si declina nella realtà economica, sociale e culturale del nostro Paese?

Volendo ridurre la visuale, al di là delle ovvie constatazioni, che cosa significa Digital Mismatch per il mercato e per i professionisti della comunicazione? Un’evoluzione o una perdita di identità? Per comprendere il gap tra offerta e domanda del mercato e dare risposte qualificate allo sviluppo del nostro settore, bisogna imparare a gestire i nuovi processi, essere capaci di mitcharei nostri bisogni con le esigenze del mercato. E far sentire la nostra voce.

 


Il lavoro c’è, bisogna solo aggiornarsi e prenderselo. Oggi la parola crisi non esiste più, esiste un nuovo mercato, con nuove regole. Sta cambiando l’intero DNA economico dell’Italia.

Crescono i posti di lavoro ma mancano le competenze

Le aziende ricercano sempre più profili con skill in ambito tecnologico e digitale, che nessuno riesce ad occupare per mancanza di competenze specifiche, questo significa che le persone in cerca di lavoro spesso non sono in grado di rispondere ai requisiti e alle competenze tecnologiche e digitali necessarie alle aziende.

Il Digital Mismatch riguarda ognuno di noi.

Il dato più allarmante è che l’impatto complessivo potrebbe essere di circa 2.000.000 di posti vacanti entro due anni, se non investiamo quanto prima nella formazione di noi stessi e dei nostri dipendenti (fonte: stime InTribe – Osservatorio Digital Mismatch 2018).

Una recente indagine dell’Unione Europea (dati Cedefop) ha evidenziato come entro il 2020, in Italia avremo circa 135.000 posti di lavoro vacanti in ambito ICT (750.000 in Europa); secondo una stima InTribe, questo corrisponderà a circa il 18% delle posizioni lavorative in questo ambito.

Inoltre, fra 2 anni il 25% delle posizioni aperte saranno delle nuove professioni, inesistenti fino a 5 anni fa, e tutte avranno a che fare con il mondo tecnologico e digitale. Esperti di intelligenza artificiale, analisti dei big data ed esperti di cyber security saranno tra le professioni più richieste.

La vera rivoluzione: cambiano le professioni tradizionali