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Dalla sicurezza all’organizzazione aziendale vince l’approccio culturale, consapevole e predittivo. Il “modello Secursat” in mostra alla Fiera Virtuale sull’Intelligenza Artificiale

Secursat partner di #IAGOVES2020, l’evento promosso dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma.
On line il 25 e 26 settembre 2020

Milano, 21/09/2020 – L’evoluzione digitale segna il nostro tempo e la sua velocità ha un crescente impatto economico e sociale. Il Covid-19 ha  accelerato i cambiamenti radicali, verso un nuovo modo di vivere che produce diffidenza e sfiducia, e che lascia profonde cicatrici, anche psicologiche. Uno scenario che richiederebbe risposte capaci di unire tecnologia e procedure di comportamento. E proprio questo, in sintesi, è il modello di Secursat, società italiana specializzata in consulenza e servizi di sicurezza utilizzando l’analisi dei dati come driver per individuare nuovi modelli di business e prevenire e risolvere situazioni di crisi. Il suo Ceo, Giuseppe Calabrese, racconterà il “modello Secursat” intervenendo venerdì 25 settembre alle ore 12,30 nella Sessione Società di IA NO STOP dell’evento “Intelligenza Artificiale: per una governance umana. Prospettive educative e sociali”, che la Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma promuove online il 25 e 26 settembre. Secursat ne è Sponsor e sarà presente alla Fiera Virtuale (https://iagoves2020.it) con uno stand. Inaugurata durante l’evento, #IAGOVES2020 resterà aperta per un anno ad accoglierà aziende, start up, centri di ricerca e formazione ed altre realtà che vogliano mettere in mostra la propria visione della tecnologia al servizio dell’Uomo.

Dal controllo sociale alla perdita involontaria di garanzie e libertà
Secursat è una Security Company. Il suo raggio d’azione spazia dalla consulenza strategica allo sviluppo di modelli organizzativi e gestionali della sicurezza. Partecipando a IAGOVES2020, Calabrese intende portare il suo contributo d’esperienza sul tema del rapporto tra controllo sociale e sicurezza. Base stessa del contratto sociale nello Stato moderno prevedrebbe la limitazione di alcuni dei diritti dei singoli in nome della sicurezza collettiva garantita dalla autorità pubblica quando un fenomeno che interessa la nazione lo richieda. Ci sarebbe un prezzo, quindi, per ogni strumento di sicurezza, che fin qui si è pagato con la temporanea concordata restrizione di spazi, libertà e garanzie giuridiche.

Digitale e Intelligenza Artificiale, dal problema alla (possibile) soluzione
Il digitale però – sottolinea Calabrese ha scardinato i termini della relazione. La nostra vita ‘social’ ha richiesto la condivisione di dati personali, dapprima inconsapevolmente, poi più consapevolmente, ma senza che ci sia facile, o possibile, tirarci indietro. La velocità del cambiamento e una diffusa poca conoscenza dei maccanismi, ci ha resi per la maggior parte passivi. Da soggetti attivi ad oggetti: le nostre scelte sono monitorate, le nostre esperienze definitivamente registrate come prodotti da scambiare, agiamo in un mercato in cui navighiamo, ma che non governiamo. I comportamenti sorvegliati, i dati di molti accumulati nelle mani di pochi. E questo ha ben poco a vedere con quanto scriveva Hobbes. I rischi di un controllo sociale subdolo attraverso il digitale cominciano ad essere sotto gli occhi se non di tutti, di molti. E l’evento di settembre che si interroga sulla pervasività dell’intelligenza Artificiale nella vita dell’Uomo e in rapporto all’Etica dei comportamenti e delle scelte lo dimostra”.

Ciò nonostante, per Giuseppe Calabrese, “è sempre attraverso il digitale che da tali rischi si può pensare di difenderci. Le strategie economiche e politiche sono oggi inevitabilmente basate sull’analisi dei dati e dei comportamenti e su un uso non sempre trasparente della Rete. Quello che va perseguito è il seppur difficile equilibrio tra l’inevitabile ed il sacrosanto diritto di protezione delle sfere di diritti individuali e collettivi, della nostra privacy e della nostra sicurezza. Gli stessi strumenti digitali, l’intelligenza artificiale, le app – questa la visione di Calabrese che porterà all’attenzione del pubblico il 25 settembre – possono, devono, diventare presupposto per la sicurezza, per un più facile scambio di servizi ed informazioni e per Immaginare e progettare modelli per rendere il mondo più sicuro”.

Un approccio culturale verso l’uso, e non l’abuso, dei dati
Calabrese vede possibile il raggiungimento di questo equilibrio in un approccio culturale, prima ancora che normativo o giuridico. Ogni sforzo deve essere fatto – lo dirà parlando di “Controllo Sociale, intelligenza artificiale e tecnologia di monitoraggio” – per la diffusione di una nuova e più completa cultura della sicurezza digitale, che riconosca ai dati l’importante valenza che hanno, se utilizzati e indirizzati correttamente, nell’implementazione di soluzioni capaci di migliorare la qualità della vita, del lavoro e del business, di modelli di comportamento, di nuovi modi di gestione delle attività, di corrette modalità di utilizzo dei luoghi e delle tecnologie. L’efficacia stessa dei sistemi di security come immaginati e realizzati da Secursat si basano proprio sull’intelligenza tecnologica, con sistemi di controllo in cui algoritmi di videoanalisi evolvono le telecamere in sensori, in sistemi che applicano software di intelligenza artificiale self-learning capaci di analizzare i dati ed elaborare modelli previsionali di sicurezza, gestiti da remoto e quindi poco invasivi, in grado di analizzare scenari in un modello predittivo capace di prevenire le crisi e le minacce e contenere i rischi. Un modello di business che rivede il concetto tradizionale di sicurezza, ridisegnandolo all’interno di un più ampio concetto di tutela del business e di governo dei processi.

Tuttavia – ed è il cuore del contributo di Calabrese all’evento e ciò che prova a realizzare attraverso l’impostazione stessa della sua attività d’impresa – quella che è necessario diffondere “è una cultura della sicurezza che riconosca la stessa importanza all’etica e alle competenze umane. Che lasci, in definitiva, l’ultima parola all’uomo e alle sue scelte. Ad un uomo correttamente informato e consapevole”.

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Ufficio stampa SECURSAT
WIP Consulting
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Secursat è un’azienda nata nel 2013 con la mission di integrare i sistemi di security tradizionali sulla rete, al fine di realizzare un moderno concetto di monitoraggio, manutenzione ed assistenza da remoto. Il modello di business, sviluppato a partire dal settore bancario, è stato esteso al Retail, al Real Estate fino all’industria ed alle infrastrutture critiche come Stadi, Energia e Trasporti. Oggi Secursat ha le sue sedi ad Asti, Milano e Roma, e monitora dai propri Security Operation Centres certificati i siti dei clienti garantendo business continuity e disaster recovery e concentra gli investimenti sullo sviluppo di strategie basate su Cloud Computing, Data Analysis e Iot, per sviluppare modelli di sicurezza innovativi capaci di prevenire gli scenari di rischio. Grazie ad una fitta rete di partnership e l’utilizzo di software proprietari di gestione in Cloud, Secursat è in grado di garantire supporto in tutto il territorio nazionale e a livello internazionale. Secursat combina competenze informatiche e competenze di security tradizionali, per un approccio consulenziale ed operativo a seconda delle esigenze dei clienti, ricercando le soluzioni più idonee e le tecnologie più innovative per modelli di sicurezza e protezione a 360°. Supporta i clienti nella realizzazione di una Governance della sicurezza a partire dall’analisi dei principali rischi legati anche ai temi di safety e privacy con l’obiettivo di identificare le scelte di security migliori, pianificare i budget necessari per raggiungere i livelli di protezione desiderati, garantire il rispetto delle normative di settore e indirizzare gli investimenti in maniera strategica.