Skip to content

Una norma per colmare il Gender pay Gap

La norma approvata oggi in Senato, con l’entrata in vigore delle modifiche del Codice sulle pari opportunità, tenta di contrastare il fenomeno del gender pay gap, oltre che far emergere le discriminazioni sul luogo di lavoro.
A supporto di queste cause sono state introdotte anche le novità degli sgravi fiscali fino a 50mila euro per chi adotta politiche utili a conciliare tempi di vita e di lavoro delle lavoratrici, e una certificazione biennale obbligatoria in cui siano indicate le condizioni contrattuali dei dipendenti.
Una norma per il progresso delle pari opportunità tra uomo e donna sul lavoro, in un paese che, secondo una rigorosa raccolta di dati e studi, avrebbe impiegato almeno 200 anni ad arrivare alla parità retributiva.

Ecco l’articolo completo di Adnkronos

Quarta (Donne Manageritalia): ‘Bene legge parità salariale, lavoreremo per cambiare cultura

“Siamo molto felici che questo iter sia arrivato all’approvazione della legge. Sarebbero occorsi 200 anni per arrivare alla parità retributiva. Un dato questo emerso da un lavoro che come gruppo donne stiamo facendo dal 2018, raccogliendo dati e facendo confronti anche con altri Paesi, simili a noi per struttura e per strategia economica”. Così Luisa Quarta, coordinatrice Gruppo Donne Manageritalia Lombardia e nazionale, commenta con Adnkronos/Labitalia l’approvazione in via definitiva della proposta di legge sulla parità salariale.

 

“Il gender gap – ricorda – in Italia pesa circa tra il 17 e il 20% e non è solo una questione di discriminazione e di non rispetto della legge e di quello che è la nostra Costituzione, per la quale uomini e donne sono uguali nel momento in cui intraprendono un percorso lavorativo”.

“Manageritalia – assicura Luisa Quarta – farà un grande investimento in termini di comunicazione. Noi abbiamo lavorato a titolo di volontariato sul testo legislativo che abbiamo prima sottoposto all’Ufficio consigliere di parità della Regione Lombardia. Manageritalia farà la sua parte perché come associazione di manager abbiamo il dovere di far cambiare la cultura del lavoro in Italia e che venga valorizzato il merito, non è solo una questione femminile”.