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INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE, LA SITUAZIONE IN ITALIA

Il rapporto ICE 2021-2022 evidenzia la prontezza delle imprese esportatrici italiane durante e dopo la pandemia, infatti l’Italia registra tassi di crescita migliori rispetto a quelli di altre grandi economie comparabili.

All’inizio del 2022 la crescita tendenziale ha registrato un positivo del 22,4%. Nei dati però va considerata l’inflazione che dopo anni, sta caratterizzando l’evoluzione dell’economia mondiale.

Positiva è anche la crescita in termini di volume dell’export del nostro Paese, i prezzi delle materie energetiche contribuiscono al forte rialzo del valore delle importazioni e si riflettono sul deterioramento dell’avanzo commerciale.

L’80% delle aziende esportatrici sono di piccole e medie dimensioni.

L’Agenzia ICE dal 2019 ha messo in atto 20 nuove azioni, rivolte ad ammodernare e rendere più fruibili i suoi servizi alle imprese; ha modulato durante la pandemia e accelerato dopo la pandemia le attività di servizio più tradizionali (fiere in Italia e all’estero e formazione). Queste azioni si traducono in un incremento di 1,55 volte delle imprese servite e di 2,79 volte dei servizi di assistenza erogati alle imprese.

 

Il Bonus Export Digitale

Tra gli incentivi per l’internazionalizzazione delle imprese, si segnala il Bonus Export Digitale, per il quale è stato prorogato il termine per la presentazione delle domande e che vede come beneficiarie le microimprese del settore manifatturiero italiano. Il termine era stato inizialmente fissato al 15 luglio 2022 ed è stato successivamente prorogato fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Si tratta di un contributo a fondo perduto promosso dal Ministero degli Esteri e dall’Agenzia ICE che stimola l’internazionalizzazione delle microimprese attraverso soluzioni digitali. In questo articolo vi spieghiamo come funziona e a quanto ammonta l’agevolazione concessa.

 

AGEVOLAZIONE

Per l’acquisto di soluzioni digitali per l’internazionalizzazione, il Bonus Export Digitale mette a disposizione delle imprese un contributo a fondo perduto di 4.000 euro a fronte di un investimento di almeno 5.000 euro. L’incentivo si rivolge anche alle reti e ai consorzi a cui aderiscono almeno 5 microimprese. In questo caso, l’agevolazione sale a 22.500 euro a fronte di spese ammesse di importo non inferiore a euro 25.000.

 

Quali sono le spese ammissibili?

  • spese per la realizzazione di sistemi di e-commerce verso l’estero, siti e/o app mobile, ivi compresi eventuali investimenti atti a garantire la sincronizzazione con marketplace internazionali forniti da soggetti terzi;
  • spese per la realizzazione di sistemi di e-commerce che prevedano l’automatizzazione delle operazioni di trasferimento, aggiornamento e gestione degli articoli da e verso il web nonché il raccordo tra le funzionalità operative del canale digitale di vendita prescelto e i propri sistemi di Customer Relationship Management – CRM (ad esempio i sistemi API – Application Programming Interface);
  • spese per la realizzazione di servizi accessori all’ e-commerce quali quelli di smart payment, predisposizione di portfolio prodotti, traduzioni, shooting fotografici, video making, web design e content strategy;
  • spese per la realizzazione di una strategia di comunicazione, informazione e promozione per il canale dell’export digitale, con specifico riferimento al portafoglio prodotti, ai mercati esteri e ai siti di vendita online prescelti;
  • spese per digital marketing finalizzate a sviluppare attività di internazionalizzazione: campagne di promozione digitale, Search Engine Optimization (SEO), costi di backlink e di Search Engine Marketing (SEM), campagne di content marketing, inbound marketing, di couponing e costi per il rafforzamento della presenza sui canali social, spese di lead generation e lead nurturing;
  • servizi di CMS (Content Management System): restyling di siti web siano essi grafici e/o di contenuti volti all’aumento della presenza sui mercati esteri;
  • spese per l’iscrizione e/o l’abbonamento a piattaforme SaaS (Software as a Service) per la gestione della visibilità e spese di content marketing, quali strumenti volti a favorire il processo di esportazione;
  • spese per servizi di consulenza per lo sviluppo di processi organizzativi e di capitale umano finalizzati ad aumentare la presenza sui mercati esteri;
  • spese per l’upgrade delle dotazioni di hardware necessarie allo sviluppo di processi organizzativi;
  • ogni altra spesa per servizi strettamente connessi alle finalità del bando.

Le imprese che intendono accedere al Bonus Export Digitale, dovranno rivolgersi a fornitori abilitati e iscritti in uno specifico elenco, non pubblico e consultabile solo dalle imprese beneficiarie.