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Negli spazi confinati il salvavita è a passo d’uomo

La rivista Economy (ed. giugno) dedica una pagina al nuovo brevetto della società Ri.ma.tec., impresa del piacentino che si occupa di manutenzione tecnologica di grandi opere. Di seguito l’articolo completo.

 

Engineering è la start up innovativa nata per dar vita alla spinta creativa e tecnologica di Ri.ma.tec., impresa del piacentino che ha depositato il brevetto per la sicurezza degli operai nei cantieri edili in condizioni avverse

 

Tra gli addetti ai lavori non sfugge quanto il salvataggio degli operai nei cosiddetti “spazi confinati” sia spesso un problema sottovalutato.  Gli “spazi confinati” sono luoghi chiusi (totalmente o parzialmente) che, sebbene non progettati e costruiti per essere occupati in permanenza di persone, sono occupati temporaneamente per particolari interventi lavorativi: ispezione, pulizia, manutenzione o ripristini. Questo tipo di operazioni – che interessano quasi tutti i settori, dall’industria chimica all’agricoltura, dall’edilizia ai servizi – sono realizzati in serbatoi o cisterne, spazi angusti quindi, “spazi confinati” che, in caso di malore o di incidenti, possono diventare vere e proprie trappole mortali.

La soluzione è un’idea di Gianluca Gobbi, fondatore e ceo di Ri.ma.tec., azienda di Monticelli d’Ongina, in provincia di Piacenza, che si occupa di interventi e manutenzioni tecnologiche in condizioni avverse anche per la loro collocazione geologica o idrogeologica. L’impresa vanta una tecnologica all’avanguardia grazie alla dedizione per la ricerca applicata.  La vocazione all’innovazione come modello di business ha dato vita ad uno spin off dell’azienda: Ri.ma.tec. Engineering, start up innovativa costituita in piena pandemia Covid-19, che vanta un brevetto di ingegnerizzazione di processo di un innovativo “passo d’uomo”. Una volta che la produzione sarà standardizzata sarà possibile rispondere alla domanda con una consegna estremamente veloce del “passo d’uomo”: un solo un giorno lavorativo.

La soluzione ideata da Gianluca Gobbi consentirà una significativa riduzione del fattore rischio sicurezza per il recupero del lavoratore, grazie a una pluralità di elementi caratteristici: collocazione all’esterno  – una novità assoluta – e non all’interno dello spazio confinato, facile da raggiungere perché collocato a non più di 80 centimetri da terra, velocità di ‘posa’ – non più di 4 ore – forma tonda dello sportello a tenuta stagna del passo d’uomo, che non solo permette un accesso più facile degli addetti, ma rende possibile il passaggio  del corpo di un operaio vittima di un malore o di un incidente.

«A fronte di aperture da 300mm x 400mm o 320mm x 420mm – spiega Gianluca Gobbi –  il salvataggio del lavoratore privo di sensi è di estrema difficoltà: per introdursi in quegli ambienti angusti occorre infilarsi attraverso un passo d’uomo, operazione già complessa di per sé stessa e molto di più quando si tratta di recuperare una persona ferita o priva di sensi. Stando alle statistiche Inail il numero delle vittime aumenta drasticamente a causa della mancanza di procedure di recupero: intervenire senza le adeguate misure protettive spesso trasforma i soccorritori in vittime. E purtroppo, come dimostrano le statistiche, il tasso di mortalità negli “spazi confinati” – a seguito di un evento critico – è di circa il 50%, ovvero ogni due infortuni si registra un evento mortale. Considerando la totalità̀ degli infortuni mortali in ambienti confinati, i fattori di rischio più̀ frequentemente rilevati sono gli errori nelle modalità̀ operative, la mancata fornitura o il non utilizzo dei Dpi necessari seguiti poi, come terzo fattore, dalle carenze strutturali e organizzative degli ambienti lavorativi».  Secondo l’Inail  gli infortuni sul lavoro denunciati all’Istituto nel 2019 sono stati 644.803, un numero sostanzialmente stabile rispetto al 2018 (-0,09%), e che le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 1.156, in calo dell’8,5% rispetto al 2018, la situazione resta egualmente molto preoccupante.  Altri dati  ci dicono che solo tra gennaio e marzo 2019 sono state effettuate 157.715 denunce di infortunio. «Un numero in crescita se paragonato a quello rilevato nell’anno precedente. Si tratta di cifre che non lasciano spazio dubbi», continua Gobbi: «non vi è stato nessun significativo miglioramento nel tempo e gli infortuni sul lavoro restano una piaga da combattere».

«Per contrastare il dramma degli incidenti sul lavoro sono necessarie azioni sinergiche, determinate e responsabili da parte di tutti gli attori istituzionali, le parti sociali, la società civile, ma anche da parte del mondo produttivo, e in questa direzione va la ricerca di Ri.ma.tec. Engineering», conclude Gianluca Gobbi.

https://www.economymagazine.it/economy/2021/06/30/news/negli-spazi-confinati-il-salvavita-e-a-passo-d-uomo-65489/