Quanto guadagnano i Comunicatori?

di Rita Palumbo

Una buona notizia e una cattiva. La Guida alle retribuzioni dei professionisti della comunicazione e del marketing, realizzata da Spring in collaborazione con Job Pricing, indica che i dirigenti di quei settori guadagnano un po’ di più rispetto agli altri colleghi dei comparti presi in esame dalla ricerca. Ma – ed è questa la cattiva notizia – sono in calo i compensi degli impiegati, e quindi dei giovani. E non solo: il mercato della comunicazione nell’ultimo decennio ha registrato un aumento costante di liberi professionisti, che non hanno contratto, che non sono stati inseriti nella griglia normativa dell’equo compenso, che hanno una retribuzione media di soli 24.885 euro annui (dati Confcommercio Professioni 2017). La strada per la valorizzazione della nostra professione è ancora molto lunga.

Quanto guadagnano i professionisti della comunicazione? Dove lavorano e con quali mansioni quelli con lo stipendio più alto? Conta più l’esperienza o l’età?
Sono queste le domande alle quali dà una risposta la Guida alle retribuzioni dei professionisti nell’ambito marketing e comunicazione realizzata da Spring in collaborazione con Job Pricing che analizza ben 350.000 casi in Italia.

Dall’analisi emerge che i quadri della famiglia professionale Marketing & Comunicazione hanno mediamente percepito una retribuzione fissa di 54.820 €, valore superiore alla media nazionale di circa 800 €. Si tratta della 3^ famiglia professionale più pagata fra le 9 analizzate (IT e Web, Amministrazione finanza e controllo, Legale e Compliance, Produzione e qualità, Marketing e comunicazione, Risorse Umane e Organizzazione, Acquisti e Logistica e Supply Chain, Vendite e Customer care). L’anno scorso erano quarti in classifica, e con un guadagno rispetto alla media nazionale più alto di 620 euro

Gli Impiegati della funzione Marketing & Comunicazione presentano invece nel 2017 una RAL media pari 29.978 €, inferiore di circa 840 euro rispetto alla RAL media nazionale. Nella graduatoria tra famiglie professionali, gli Impiegati si posizionano al 7° posto.
L’andamento dell’ultimo anno non premia gli Impiegati, la cui RAL è calata dello 0,9% (il calo su scala nazionale è più contenuto, -0,3%), mentre i Quadri registrano uno dei trend positivi più significativi (+0,7%).A livello regionale, i quadri che operano in Liguria scalzano i colleghi emiliani al primo posto l’anno scorso e percepiscono la RAL più alta (56.834 euro l’anno) mentre in Valle D’Aosta la più bassa (48.869 euro l’anno), con una differenza di quasi 8.000 euro l’anno. Tra gli impiegati invece sono i Lombardi a ricevere lo stipendio più alto (31.733 euro l’anno) e i molisani quello più basso (25.658 euro l’anno, 6.000 euro in meno dei colleghi del nord).

L’età e l’esperienza
L’esperienza e l’età invece pesano maggiormente sugli stipendi degli impiegati. Un impiegato con più di 5 anni di esperienza arriva a percepire il 15,9% in più rispetto a un collega con meno di 2 anni (3,4% se si tratta di quadri), mentre un ultracinquantacinquenne arriva a percepire il 40,3% in più in busta paga rispetto a un collega tra i 25 e i 34 anni (15,5% se si tratta di quadri). Anche se si analizza la dimensione delle aziende lo stipendio degli impiegati è quello che varia più significativamente (+32,9% rispetto al +13,4% se si tratta di quadri: un impiegato in una microimpresa guadagna meno di 27 mila euro, oltre 35 se lavora in una grande azienda).

Le industry e i ruoli
Per i quadri del marketing e della comunicazione è il settore dell’oil & gas ad offrire i compensi più alti (57.945 euro lordi annui (con una parte variabile pari al 9,2%). Anche fra gli impiegati questo settore presenta la retribuzione media più elevata (34.335 euro l’anno con una parte variabile pari al 10,3%).

Tra i ruoli meglio pagati, senza dubbio il Responsabile Trade Marketing che nella fascia alta arriva a percepire quasi 69 mila euro lordi l’anno con una percentuale di parte variabile più alta (13,8%), mentre è il responsabile Web Social Media Marketing che nella fascia bassa percepisce meno (44.500 euro l’anno con una quota variabile del 12,3%). Tra gli impiegati è il Brand Manager a guadagnare di più in fascia alta (44.800 euro l’anno), mentre è il ruolo di specialista marketing operativo a stare di poco sotto i 27.000 euro l’anno nella fascia più bassa.

 

Il lavoro c’è? Sì, ma, però…

Il 15 marzo a Milano si è tenuta la seconda edizione de Le Professioni del Futuro, il convegno nazionale firmato da InTribe, con il patrocinio di Ferpi. Il focus di quest’anno è stato il Digital Mismatch, ovvero il divario tra competenze esistenti e le esigenze del mercato. Sulla scia dei risultati dello scorso anno, il dibattito ha confermato che il lavoro c’è ma che riguarda nuovi profili ed impone un nuovo approccio che travolge/stravolge le professioni tradizionali.

Si tratta di uno scenario che suggerisce non pochi quesiti, come per esempio: con quali regole verranno gestite le professioni del futuro? Qual è il gap tra esperienza quotidiana e tendenze degli analisti? Quali sono le proposte istituzionali? Come tutto ciò si declina nella realtà economica, sociale e culturale del nostro Paese?

Volendo ridurre la visuale, al di là delle ovvie constatazioni, che cosa significa Digital Mismatch per il mercato e per i professionisti della comunicazione? Un’evoluzione o una perdita di identità? Per comprendere il gap tra offerta e domanda del mercato e dare risposte qualificate allo sviluppo del nostro settore, bisogna imparare a gestire i nuovi processi, essere capaci di mitcharei nostri bisogni con le esigenze del mercato. E far sentire la nostra voce.

 


Il lavoro c’è, bisogna solo aggiornarsi e prenderselo. Oggi la parola crisi non esiste più, esiste un nuovo mercato, con nuove regole. Sta cambiando l’intero DNA economico dell’Italia.

Crescono i posti di lavoro ma mancano le competenze

Le aziende ricercano sempre più profili con skill in ambito tecnologico e digitale, che nessuno riesce ad occupare per mancanza di competenze specifiche, questo significa che le persone in cerca di lavoro spesso non sono in grado di rispondere ai requisiti e alle competenze tecnologiche e digitali necessarie alle aziende.

Il Digital Mismatch riguarda ognuno di noi.

Il dato più allarmante è che l’impatto complessivo potrebbe essere di circa 2.000.000 di posti vacanti entro due anni, se non investiamo quanto prima nella formazione di noi stessi e dei nostri dipendenti (fonte: stime InTribe – Osservatorio Digital Mismatch 2018).

Una recente indagine dell’Unione Europea (dati Cedefop) ha evidenziato come entro il 2020, in Italia avremo circa 135.000 posti di lavoro vacanti in ambito ICT (750.000 in Europa); secondo una stima InTribe, questo corrisponderà a circa il 18% delle posizioni lavorative in questo ambito.

Inoltre, fra 2 anni il 25% delle posizioni aperte saranno delle nuove professioni, inesistenti fino a 5 anni fa, e tutte avranno a che fare con il mondo tecnologico e digitale. Esperti di intelligenza artificiale, analisti dei big data ed esperti di cyber security saranno tra le professioni più richieste.

La vera rivoluzione: cambiano le professioni tradizionali