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World Economic Forum: i rischi globali

La disinformazione e i cambiamenti climatici sono stati due temi ampiamente dibattuti durante il World Economic Forum di quest’anno, in quanto identificati dal Global Risk Report 2024 come i primi rischi globali nel breve e lungo termine.

È stato realizzato uno studio in collaborazione con Zurich Insurance Group e Marsh McLennan, il quale, basandosi sulle opinioni di oltre 1.400 esperti di rischi globali, decisori politici e leader del settore, ha evidenziato la necessità di prestare maggiore attenzione alle fake news in vista delle elezioni nei prossimi 2 anni.

Secondo Saadia Zahidi (Ansa), ‘managing director’ del World Economic Forum “un ordine globale instabile, caratterizzato da narrazioni polarizzanti e da insicurezza, l’aggravarsi degli impatti degli eventi climatici estremi e l’incertezza economica stanno accelerando lo sviluppo di alcuni rischi, come quelli legati alla misinformazione e alla disinformazione”.

In particolare, nel breve termine il nesso tra “informazioni falsificate e tensioni sociali” sarà protagonista in occasione delle elezioni che si terranno in diverse importanti economie nei prossimi due anni.
Pesa anche il conflitto armato tra stati, che figura tra le 5 principali preoccupazioni per i prossimi 2 anni.

La ricetta per affrontare i rischi del pianeta, secondo Zahidi, è la collaborazione, come già avvenuto nel corso della pandemia da Covid 19. “I leader mondiali – ha sottolineato – devono unirsi per affrontare le crisi a breve termine e allo stesso tempo gettare le basi per un futuro più resiliente, sostenibile e inclusivo”.

Secondo Carolina Klint, ‘chief commercial officer’ per l’Europa di Marsh McLennan “le scoperte nel campo dell’intelligenza artificiale rivoluzioneranno radicalmente l’outlook dei rischi per le organizzazioni, molte delle quali avranno difficoltà a reagire alle minacce derivanti dalla disinformazione, dalla disintermediazione e dagli errori strategici”.
A suo avviso le aziende devono “affrontare catene di approvvigionamento rese più complesse dalla geopolitica e dai cambiamenti climatici, nonché minacce informatiche dovute a un numero crescente di attori malintenzionati”.
Da qui la necessità di un “impegno costante per costruire la resilienza a livello organizzativo, nazionale e internazionale, nonché una maggiore cooperazione tra settore pubblico e privato”.

Fonte: primaonline.it